Anche il più piccolo dettaglio può fare la differenza quando si parla di rispetto dell’ambiente.
Forse non ci si pensava fino a qualche anno fa, ma anche una semplice etichetta può generare problemi. I danni per il nostro pianeta e il clima in generale, in questo caso, sono dati dai milioni di etichette che ogni giorno vengono stampate, attaccate sui prodotti e smaltite nei rifiuti.
Appiccicare un’etichetta compostabile a un sacchetto biodegradabile in cui abbiamo messo ortaggi o altri alimenti è un gesto che restituisce alla natura ciò che lei ha dato a noi: la vita.
Non solo è il buon senso a guidare i produttori e gli utilizzatori di etichette nella sfida ecologica, ma anche precise norme che devono essere assolutamente seguite.
Etichette adesive compostabili: le leggi cosa dicono?
La grande rivoluzione è avvenuta con la legge 123/2017 che ha determinato l’obbligatorietà dell’utilizzo di borse biodegradabili e non più di semplice plastica difficilmente riciclabile.
Era l’agosto del 2017 quando negozi e centri commerciali hanno dovuto rivoluzionare il loro arsenale di sacchetti, buste e borse per adeguarsi alle norme. Già da diversi anni prima gli esercizi commerciali più lungimiranti avevano introdotto poco alla volta i sacchetti biodegradabili e, come molti si ricorderanno, all’inizio la qualità dei materiali non era ottimale e alle casse dei supermercati non era raro vedere clienti raccattare i prodotti da terra per via del cedimento della loro borsa della spesa.
La legge divideva (e divide ancora oggi) le borse biodegradabili in due macro gruppi:
- Borse per imballaggio primario, ovvero quelle che si utilizzano per conservare pane, ortaggi, frutta, altri alimenti freschi nel tragitto tra il reparto del supermercato e la cassa
- Borse per il trasporto, ovvero quelle che si prendono alla cassa dei supermercati e in cui si ripone la spesa per poi portarla a casa.
Per ognuna di queste categorie il legislatore ha indicato tutte le specifiche tecniche che devono essere rispettare, dallo spessore del materiale alla certificazione di biodegradabilità, dai marchi che devono essere posti in evidenza all’obbligo di far pagare le buste ai clienti dei negozi.
La legge prende in considerazione anche le borse in plastica tradizionali dettando i requisiti e i tipi di uso che se ne possono fare.
Sia per le borse sia per le etichette biodegradabili bisogna tenere in considerazione la norma EN 13432 del CEN (Comitato Europeo di Normazione) che stabilisce come deve essere un materiale adatto a questo specifico utilizzo.
Questa normativa pone grande attenzione su una parola che utilizziamo abitualmente oggi: “compostabile”. Questa caratteristica, come si può leggere anche su Wikipedia, fa riferimento a norme legate alla non tossicità del materiale decomposto se disperso in natura.
Etichette termiche che tutelano boschi e foreste
Un altro dettaglio che riguarda le etichette e la tutela dell’ambiente riguarda l’acronimo PEFC che sta per Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (in italiano: programma per l’approvazione di schemi di certificazione forestale).
Ottenere questa certificazione significa poter dimostrare che le etichette rispettano criteri che salvaguardano boschi e foreste. Inoltre, le etichette che vantano questo riconoscimento sono realizzate con materiali cartacei (o legnosi) provenienti da legno di boschi certificati secondo la norma.
L’importanza delle etichette biodegradabili oggi
Usare etichette che minimizzano l’impatto ambientale è diventato un obbligo morale per tutti coloro che vogliono garantire un futuro splendente e salutare al pianeta e, di conseguenza, ai posteri.
Scegliere questo tipo di etichettatura per i prodotti significa aiutare l’ambiente senza perdere nulla in qualità, anzi, aumentando il grado di servizio che si dà ai propri clienti.
Se vuoi saperne di più sulle etichette compostabili visita il sito di Etiprint e scopri come salvaguardare l’ambiente etichettando ogni tipo di prodotto.